Spianate la strada!
A volte cerco Dio, ma la strada sembra bloccata. Non riesco ad andare avanti, mi ostacolo da solo. Spazzate via le pietre dalla strada! esorta la terza domenica di Avvento.
Abbassare la testa e andare avanti o dire “Coraggio, andrà tutto bene” è una magra consolazione. Di solito restiamo senza parole quando gli altri sono afflitti.
Proprio a chi è abbattuto e oppresso, a chi è rifiutato e svantaggiato è rivolta la Buona Novella che questa seconda domenica dell’Avvento ha per noi: tenete duro! Rialzatevi, perché Dio vede l'angoscia e ascolta le lamentele. Anche se non sembra così: chi aspetta la salvezza non spera invano.
Abbassare la testa e andare avanti o dire “Coraggio, andrà tutto bene” è una magra consolazione. Di solito restiamo senza parole quando gli altri sono afflitti.
Proprio a chi è abbattuto e oppresso, a chi è rifiutato e svantaggiato è rivolta la Buona Novella che questa seconda domenica dell’Avvento ha per noi: tenete duro! Rialzatevi, perché Dio vede l'angoscia e ascolta le lamentele. Anche se non sembra così: chi aspetta la salvezza non spera invano.
Il nuovo anno liturgico inizia il 1° Avvento. Avvento significa arrivo: il periodo dell'Avvento è un tempo di preparazione all'arrivo di Gesù in questo mondo, un tempo di anticipazione e di attesa.
Un nuovo cielo e una nuova terra, Dio che abita tra gli uomini: la Bibbia descrive la fine dei tempi con le immagini molto belle. Un'utopia? No, perché chi ci crede si salverà. Perché ha già un potere trasformativo già qui ed oggi.
Il desiderio di rinnovamento caratterizza la terzultima domenica dell'anno liturgico. Come riconosciamo che il regno di Dio è giunto? Quando finalmente ci sarà la pace? «Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio», recita il versetto della settimana. Il rinnovamento è già iniziato, ma deve ancora compiersi. Viviamo in questa tensione.
Lutero non amava la parola opere e di conseguenza non era particolarmente interessato alla lettera di Giacomo. Invece si può leggere Giacomo anche in ottica protestante
Il brano biblico su umiltà, sobrietà e veglia sembra lontano dalla nostra epoca, ma parla proprio a noi. Mentre una rivista in sala d’attesa prometteva "20 passi per la felicità", qualcuno ne aveva strappato le pagine: segno di un vuoto che cerchiamo di riempire con soluzioni pronte. Eppure, anche il testo antico affronta la stessa domanda: come vivere senza essere divorati dall’ansia?
Nel frastuono di slogan e potenza, cerchiamo il tono mite del Vangelo. 1 Pietro 5:5b-11 ci invita all’umiltà, a gettare su Dio le nostre preoccupazioni, a essere sobri e vigilanti mentre “il leone ruggente” aggira. Non rispondere col ruggito: scegliere il canto, il conforto, a volte il silenzio. Con la saggezza della volpe e la semplicità della colomba, resistiamo al rumore e camminiamo nella fede.
Il brano biblico tratta della guarigione di una persona zoppa che mendica davanti al tempio. Il sermone è in forma narrativa dalla prospettiva dello zoppo.
Chi si affida a Dio deve essere pronto alle sorprese, come Paolo, i cui valori vengono stravolti dall'incontro con Gesù, come Geremia, che si ritiene troppo giovane eppure viene chiamato a diventare profeta, e come l'uomo che trova un tesoro e spontaneamente vende tutti i suoi beni per acquistarlo.